CHIEDIMI SE SONO FELICE

L’obiettivo di una famiglia media che cerca un cane dovrebbe essere trovare un buon cane, ovvero un cane sano, buono e piacevole.

Se invece scegliete un cane di razza, lo fate perché cercate e vi attendete un certo carattere, un aspetto tipico, qualità precise, peculiari, proprie della razza che amate. Per ottenere questo risultato, si deve saper allevare, perché i cani di razza sono il frutto di accoppiamenti in consanguineità e chi se ne occupa deve possedere le giuste cognizioni perché il prodotto del suo lavoro non sia una tara ereditaria semovente, ma piuttosto sia il migliore risultato possibile. Diffidate delle cucciolate di razza prodotte alla buona, tra la cagna di casa e il maschietto del vicino. Non si affida al caso la nascita dei cani di razza. L’allevatore come dico io deve lavorare su linee di sangue sane e a lui note. Per questo motivo il PEDIGREE (l’albero genealogico) è un documento fondamentale, perché racconta molto sulla provenienza (di qualità, o di scarsa o nulla qualità) del nostro cane. Il cane di razza è l’effetto di studio, di ricerca, di una conoscenza vera della Razza e della Specie. Per allevare, inoltre, occorre la giusta formazione: una conoscenza dell’etologia, sapere di gravidanza, parto, allattamento, crescita, il tutto per favorire il più possibile il goal finale, quello di consegnarvi il cucciolo che sognate. Un Allevatore degno di questa definizione è UN ARTIGIANO DELLA VITA. Chissà perché nel nostro Paese tutti si sentono in grado di poterlo fare!

In Italia, chiunque può allevare cani. È incredibile, ma per allevare cuccioli occorrerebbero soltanto i seguenti ingredienti: 1) una cagna; 2) un cane che sia capace di ingravidarla; 3) un umano qualsiasi; 4) l’accesso a internet.

Se vi fate un giro sui siti di compravendita di OGGETTI vari, troverete annunci da brivido: vendo cucciolo di Labrador in cambio di hi phone, anche penultima versione (!); vendo cuccioli di razza, ma senza “PEDIGRILL” (peccato, se pensavate di farci una grigliata, dovrete rinunciare!); Vendo “ROCK SCIAIR”PURISSIMO (Cane Rocchettaro privo di influenze soul?); vendo mastino, mangia di tutto, adora i bambini (…) e piacevolezze del genere. Non so come si faccia a fidarsi di questi cagnari informatizzati, eppure c’è chi compra, ritenendo di fare un affare, “Perché tanto non cerco il campione!”. Il punto qui non è trovare il campione, chi è sicuro di avere un campione, difficilmente se ne separa per venderlo al primo richiedente. Il mio consiglio è non comprare da chi s’improvvisa. L’allevatore serio consegnerà la sua creatura direttamente nelle vostre mani, con mille raccomandazioni SCRITTE! Vi sembra esagerato? Il cucciolo è un neonato. È fragile. È esposto a contrarre malattie contagiose. Il cucciolo è vita e va rispettato e protetto.

Qual è il segnale che siete di fronte a un allevatore serio e non a un cagnaro improvvisato? CHIEDETE AI SUOI CANI SE SONO FELICI! Se l’allevatore ha cani ben tenuti, se possiede ancora i suoi cani anziani e i cani sono nutriti, puliti, sembrano felici, quello è un buon inizio. Un allevatore come dico io:

  • Vi nega il cucciolo prima che abbia compiuto i sessanta giorni d’età;
  • Non vende cani privi di pedigree (che è anche una pratica illegale);
  • Non vende ai negozi;
  • Non tratta più di due razze, preferibilmente affini;
  • Non vende cuccioli se non provenienti dalle sue fattrici;
  • Ha microchippato i cuccioli, iscrivendo la cucciolata all’anagrafe canina del territorio;
  • Ha fatto vaccinare il cucciolo dal veterinario previa visita ( e non l’ha vaccinato lui per risparmiare!) non prima dei cinquanta giorni d’età da un veterinario e vi mostra il libretto sanitario dove risulta il microchip del cucciolo, il vaccino effettuato e la firma e il timbro del veterinario;
  • Ha svolto tre, meglio, quattro trattamenti sui cuccioli contro i parassiti interni e ve lo mette per iscritto;
  • Vi mostra tutti i certificati che riguardano i controlli ufficiali svolti su entrambi i genitori relativi alle patologie geneticamente trasmissibili, proprie della razza (ogni razza ha i suoi punti deboli, informatevi debitamente al riguardo!);
  • Vi mostra la mamma che presenta le mammelle gonfie per la lattazione ed è ben nutrita, in forma, contenta;
  • Non fa riprodurre le sue cagne prima dei due anni e dopo gli otto anni d’età;
  • Non fa riprodurre le sue cagne più di una volta l’anno;
  • Produce poche cucciolate durante l’anno e le segue con attenzione;
  • Tiene la cucciolata non certo in un pollaio, o peggio in un porcile, non in strutture fatiscenti, volanti, precarie, ma in apposito recinto, pulito, sicuro, asciutto, preferibilmente IN CASA;
  • Ha avuto cura di far socializzare i cuccioli relativamente all’età, facendoli stare insieme, in presenza della mamma, arricchendo l’ambiente con suoni (TV e radio), giochi, strutture che stimolano l’apprendimento;
  • Vi parla di socializzazione del cucciolo;
  • Vi pone molte domande, per essere sicuro che siate in grado di tenere bene il suo cucciolo;
  • Risponde in modo competente ed esaustivo ai vostri quesiti, senza alcuna fretta e con piacere, continua a mostrarsi disponibile a qualsiasi approfondimento e resta a vostra disposizione nel tutoraggio post consegna, per sempre, ogni volta che ne abbiate bisogno.

Il cucciolo che vi proporrà si presenta col pelo lucido, pulito, le orecchie internamente rosa, nessuna lacrimazione degli occhietti, cammina bene, è allegro, scodinzolino e ben nutrito.

L’Allevatore vi avrà ascoltato con attenzione: avrà considerato il vostro grado di esperienza, la composizione della vostra famiglia, la sistemazione logistica che intendete offrirgli, la presenza eventuale di altri animali, le vostre aspettative e saprà scegliere il cucciolo più adatto a voi, lo farà guardando ai vostri interessi e a quelli del cucciolo, perché sa che se voi siete soddisfatti, il suo cucciolo sarà felice.

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CANE DI FAMIGLIA, CANE DA TERAPIA

Vorrei rispondere a tutti quei genitori di bambini e ragazzi disabili, in dubbio se acquistare o no un cane per loro.

Ho lavorato per anni in qualità di conduttrice e istruttrice di Cani d’Assistenza da Terapia, anche nelle scuole, a favore di minori con diversi tipi di difficoltà, compresi i disturbi dello sviluppo presso diverse cooperative, associazioni e onlus di Taranto e provincia e su incarico dei Servizi Sociali e del Tribunale dei minori di Taranto. Questo mi ha portato ad allevare Labrador Retriever con affisso riconosciuto dall’ENCI e dalla FCI.

Una volta o due all’anno ho una cucciolata disponibile e perciò avrei tutto l’interesse a invogliare chi mi legge a prendere un cucciolo. Invece quello che ho da dire è tutt’altro.

Sì, il cane A VOLTE si rivela la chiave giusta che apre una porta altrimenti chiusa. Non è una panacea: in qualche caso può funzionare. MA NON SI DEVE CONFONDERE QUELLO CHE SUCCEDE SU UN SETTING DI PET THERAPY CON IL RAPPORTO CHE SI STABILISCE (O NON SI STABILISCE) CON IL CANE DI FAMIGLIA.

In un setting di TERAPIA ASSISTITA DALL’ANIMALE sono presenti: il bimbo che vogliamo trattare, l’educatore, l’animale da terapia e il conduttore del cane. Il risultato sinergico di ciò che scaturisce è superiore alla somma dei singoli elementi. Tutti i soggetti sono preparati per far succedere qualcosa in quei venti minuti carichi di energia e gli obiettivi sono prefissati e non casuali! L’interazione con il cane di famiglia (ammesso che sia un cane ben selezionato per essere un Cane da Compagnia Evoluto e non il primo cane che capita) è casuale e “spalmata” nel tempo, non è mediata da specialisti. Inoltre, una famiglia già impegnata in una lotta quotidiana potrebbe soffrire per un ulteriore impegno rappresentato dal cane che, se cucciolo, richiede pazienza e molto tempo.

Un cane non è uno sciroppo per la tosse che va bene per tutti! Quindi la mia risposta è: PENSATECI CENTOMILA VOLTE! E se proprio volete a tutti i costi il cane, ma perché il cane lo desiderate a prescindere, e perché il cane piace a tutta la famiglia, chiedete il parere di un esperto per la scelta del cane giusto (meglio se adulto!), quello che allevia i problemi e non li crea.

 

C’È CHI DICE NO

Mamma Pepita ringhia, abbaia e minaccia i suoi cuccioli di 26 giorni. Ma come?! Non li ama? Non è una mamma affettuosa e devota, tutta per loro? Sì, Pepita è una gran mamma! Le sue mammelle martoriate dalle unghiette e dai dentini nascenti delle sue dieci palle di pelo sanguinano. Lei resiste finché può, poi un ringhio basso, potente e minaccioso fa presagire chissà quali vendette e sortisce l’effetto voluto: i cuccioli mollano e, quando si riaccostano al latte, lo fanno delicatamente. Qualora non bastasse, con un urlo raggelante, le fauci si spalancano e calano come una mannaia sui cuccioli atterriti! Pepita è un’ottima mamma. Infatti, una mamma troppo buona non è una buona mamma. Una buona mamma concede, insegnando ai figli che esiste un limite. Per chi non vi si attiene, la punizione è certa e immediata. Punizione negativa: si perde il beneficio (il latte). Punizione positiva: si ottiene una minaccia (il ringhio).

Magari l’Italia fosse come Pepita! Non sei degno di occupare una poltrona che disonori: VATTENE. Punizione negativa: fine dei privilegi. Punizione positiva: un’accogliente cella pronta per te. Mi ricordo una volta, ero in spiaggia e i deliziosi figli di tre e cinque anni di una molto raffinata vicina di ombrellone avevano deciso di divertirsi, lanciandomi ripetutamente manciate di sabbia in faccia, nel serafico disinteresse della loro mamma. Alle mie rimostranze, la signora mi fece notare, come fosse la scoperta della cura di tutti i mali, che i suoi pargoletti “erano piccoli!”

“E quando gli vuole insegnare l’educazione, quando avranno trent’anni?” Fu la mia risposta. Questo è il motivo per cui i cuccioli sottratti troppo presto alle cure materne, o che hanno una madre incompetente, crescendo presentano comportamenti disturbati.

Pepita non ha letto illuminanti tomi di psicopedagogia, ma sa perfettamente che questo è il momento buono per dire i no che aiutano a crescere. Con il suo prezioso insegnamento, i cuccioli, a sessanta giorni (NON PRIMA!), avranno imparato il segnale di arresto, a calibrare il morso, a rispettare chi è più anziano, a comportarsi con calma e gentilezza e saranno pronti per inserirsi in modo funzionale nella società canina e in quella umana. La mamma dev’essere presente e competente.

Ma così i cuccioli si stressano! Certo, e in una certa misura è un bene. La vita ci mette alla prova e noi ci dobbiamo allenare alle delusioni e alle perdite, senza fare troppi drammi.

Una mamma umana che non sa dire NO, che non è in grado d’insegnare ai figli a non superare un limite, produce uomini che davanti al rifiuto della (ex)fidanzata, l’aspettano fuori casa con un’arma in mano.