La mia filosofia

I cani, persone di famiglia

Quando ho cominciato ad allevare, mi sono chiesta che tipo di allevatore volevo essere e soprattutto che genere di allevatore non volevo essere!

Ho capito che quello che volevo era diventare un vero allevatore amatoriale, che non significa “non professionale”! Significa “non commerciale”. Io non volevo avere un allevamento da 300 cuccioli l’anno, un cucciolificio! Sapevo che se si devono mantenere tanti cani, allora occorre guadagnare molto sui cani e comportarsi come un’azienda, badando all’utile. Io non ho, non voglio avere un’azienda e i cani non sono merce, non sono un prodotto!

Un’azienda elimina chi non produce utile: io non voglio alienare i cani anziani che mi hanno dato tanto e che non possono più riprodursi, voglio che si godano la loro meritata pensione a casa nostra, amati e rispettati.

I cani sono animali sociali: come noi, hanno bisogno di una famiglia, di un branco e hanno bisogno di contatto! L’isolamento sociale è di per sé una forma di maltrattamento. Lo ripetiamo sempre alle famiglie: un cane in disparte dalla sua famiglia è un cane infelice. Perché gli allevatori dovrebbero fare eccezione? Ma un’azienda deve avere tanti riproduttori per produrre tante cucciolate: se hai un’azienda, non puoi tenere i cani in casa! Devi tenerli nei box. Ho visto box ricavati da stalle, box che sono niente più che pollai, e ho visto box efficientissimi. Un box può anche essere pulitissimo, riscaldato, monitorato da telecamere, ma resta pur sempre un malinconico box e i cani chiusi dentro hanno lo sguardo triste! Io non volevo perdere il rapporto personale che ho con ognuno dei miei cani, volevo che i miei cani conducessero una naturale, gioiosa vita di branco. Ho deciso dunque di non tenere tanti cani: devo controllarne il numero. Non avrò mai un allevamento grande, e forse non avrò mai un grande allevamento, ma di certo i miei cani continueranno a vivere in casa con me, condividendo la vita quotidiana, tutti insieme, come una vera famiglia. 

Un’azienda deve produrre due/tre o più cucciolate al mese: è una fabbrica di cuccioli! Io invece faccio nascere soltanto una, al massimo due cucciolate all’anno, perché le seguo attentamente, dedico loro tutte le mie risorse ed energie. Conosco i cuccioli uno per uno, li peso ogni giorno, dormo nel nido per sorvegliarne il sonno e, al momento dell’inserimento, in base alla composizione, all’esperienza, alla condizione logistica, alle aspettative della famiglia, so qual è il cucciolo più appropriato per ogni richiedente, personalizzo l’abbinamento: il cucciolo giusto per la famiglia più adatta a lui. È un lavoro che non punta sulla quantità, ma sulla qualità, è il lavoro di un artigiano. Non ho un’azienda, ho un allevamento artigianale.

Un’azienda tiene per sé i cuccioli migliori e concede i restanti alle famiglie. Poiché non posso tenere tanti cani, non tengo tutti i cuccioli promettenti che nascono, così concedo in affido o in comproprietà i cani che m’interessano ma che non posso tenere. Chi prende un cucciolo da me corre il rischio di avere le prime scelte della cucciolata!

Un’azienda spreme i suoi prodotti fino all’ultima goccia utile. Le mie cagnoline partoriscono non prima di aver compiuto i due anni d’età, mai dopo gli otto anni, hanno avuto per ognuna di loro al massimo tre parti in tutta la vita e ovviamente non partoriscono mai più di una volta l’anno (quanto affermo si può verificare sul sito dell’ENCI, i dati sono pubblici). I parti avvengono in casa, in un ambiente conosciuto, affettuoso e molto confortevole, i cuccioli nascono nelle mie mani.

Imprinting, socializzazione, prima educazione

Io allevo in casa e non in box e questo fa la differenza. Allevare in casa è molto faticoso, ma ne vale la pena! Specialmente nell’ultima fase della gravidanza, accarezzo molto la pancia delle nostre mamme, perché i cuccioli, all’interno, sono in grado di percepire il tocco delle nostre mani che provoca loro un piccolo stress: è stato osservato a mezzo ecografia che questo stress porta i feti a succhiare le loro zampine e il cordone ombelicale, tuttavia, ben presto, essi ricorrono a questo comportamento sempre più di rado, abituandosi gradualmente al tocco delle nostre mani. Per lo stesso motivo ho adottato il sistema “Bio- Sensor” utilizzato largamente negli U.S.A. per la stimolazione sensoriale dei cuccioli neonati destinati a ruoli delicati, per esempio al lavoro di Cane Guida. È un protocollo per mezzo del quale si ottiene l’effetto di stimolare le connessioni sinaptiche del cervello e dunque di ottenere in seguito la risposta più pronta del cucciolo rispetto alla risoluzione dei problemi; è dimostrato inoltre che i cuccioli sottoposti a tale protocollo risultano più tolleranti alle situazioni stressanti e più resistenti alle malattie. So bene quanto sia indispensabile il ruolo della mamma che deve essere presente in cucciolata fino ai 60 giorni per il corretto imprinting e per impartire le giuste regole: i segnali d’arresto, la gerarchizzazione, la calibrazione del morso, perché i piccoli si sviluppino come elementi sani nelle società canina e umana. Tengo moltissimo alla socializzazione e, per il periodo sensibile in cui i cuccioli vivono qui da noi, applico ogni sistema possibile per far di loro delle creature socievoli, aperte alla vita e curiose rispetto alle novità. Faccio dunque in modo che possano udire rumori di casa, come quello prodotto dall’aspirapolvere o dal phon, accendo la radio nella loro stanza, faccio in modo che gli altri cani possano avere contatti con loro, riempio il loro recinto di giochi didattici, i più svariati, per stimolare la loro mente, li faccio camminare su diversi substrati, in modo che capiscano che sui giornali si fanno i bisogni, sulla copertina si dorme, sul tappeto di gomma si mangia (zonazione) e questo lo imparano in modo assai soddisfacente, per la loro età precocissima. Infine, insegno loro un primo richiamo, una sorta di flauto magico a cui risponderanno sempre prontamente, essendo stati precocissimamente condizionati, ciò rende più facile il lavoro educativo delle nuove famiglie. Tutto questo si può fare se si allevano poche, curatissime cucciolate in casa e non in box!

Il nido

Per me è importante che i cuccioli nascano in un ambiente pulito, organizzato, confortevole, professionale e sereno. Fare le cose sul serio, tuttavia, non implica dover essere necessariamente seriosi! Abbiamo creato un nido molto allegro, per i miei Cani di Gioia!

I riproduttori

Niente dev’essere lasciato al caso. Allevare bene cani di razza significa onorare il lavoro degli appassionati che ci hanno preceduto. Allevatori che, con sentimento e partecipazione, cercavano di far nascere creature migliori, portatrici di quelle preziose qualità presenti nei loro antenati. Allevare è un privilegio che si deve meritare! Per me è importante che entrambi i genitori provengano da linee di sangue selezionate per la bellezza e per il lavoro, perché siano, almeno nelle previsioni e per quanto conta la trasmissione dei caratteri ereditari, portatori di corretta morfologia e indole tipica e che gli stessi riproduttori siano stati controllati ufficialmente per le malattie ereditarie, quali: la displasia delle anche (HD) e dei gomiti (ED), le oculopatie. Cerco, studiando gli alberi genealogici, di unire due pedigree compatibili, perché la cucciolata risulti il più possibile omogenea. Per questo, a volte, i maschi che scelgo come papà dei miei cuccioli non sono visibili qui da noi, perché risiedono lontano, anche all’estero.

Consegna dei cuccioli

Ovviamente tutti i miei cuccioli sono provvisti di pedigree italiano. È illegale cedere cani di razza privi di pedigree (Decreto Legislativo n. 529, del 30 dicembre 1992)! Le mie famiglie sanno che l’inserimento dei cuccioli può avvenire non prima del 60° giorno di età, come previsto da regolamento ENCI, per assicurare loro un corretto sviluppo psicofisico e comportamentale. I cuccioli vengono provvisti di microchip e, dunque, risultano regolarmente iscritti all’anagrafe canina di appartenenza. Alla consegna sono provvisti del 1° vaccino, di quattro trattamenti contro i parassiti interni, libretto sanitario, certificato veterinario di buona salute, certificato d’iscrizione all’anagrafe canina del territorio attestante l’inserimento del microchip e sono accompagnati da documentazione in copia di tutto quanto dichiarato relativamente ai controlli sanitari, ai pedigree e agli eventuali titoli dei genitori, oltre al modello “A” ENCI in copia che comprova l’apertura del protocollo per la richiesta del pedigree italiano. I cuccioli, giunto il momento di vivere con le nuove famiglie, sono già impostati per l’educazione alla pulizia e la giusta socializzazione, relativamente all’età. Io sono sempre a disposizione per un attento tutoraggio dei neo proprietari e offro il corso di educazione cinofila alle famiglie per la corretta gestione del cucciolo, a titolo gratuito.

Il corso “Alta fedeltà”

L’inserimento in famiglia del cucciolo non rappresenta un punto d’arrivo per me, ma piuttosto la partenza di un’esperienza condivisa con la sua nuova famiglia. Cerco di affiancare, con un aiuto concreto, le famiglie alle prese con la gestione del cucciolo, anche proponendo il corso “Alta fedeltà“. Si tratta d’incontri di approfondimento gratuiti, volti a migliorare la conoscenza del Cane inteso come Specie e finalizzati ad acquisire tecniche e strategie per la gestione del cucciolo e poi del cane adulto. Ho potuto rilevare l’alto gradimento dell’iniziativa e la presenza partecipata delle famiglie. In questo modo il rapporto continua e diventa collaborazione, amicizia…

Le “mie” famiglie

Io desidero stabilire con le nuove famiglie dei miei cuccioli un rapporto amicale, fatto di stima e di collaborazione, senza invadere la loro sfera d’azione, ma rimanendo sempre un punto di riferimento sicuro e affettuoso.

Cerco per i miei piccoli famiglie seriamente motivate e sinceramente innamorate, concordi nella totalità dei componenti sull’importanza della scelta di vivere con un cane come parte integrante della famiglia stessa.

Se desiderate un mio cucciolo, pensateci molto bene, parlatene fra voi, cercate di capire se siete realmente disposti ad affrontare gli inevitabili sacrifici, gli impegni, anche economici, a volte le rinunce che la presenza del cane comporterà. Avete abbastanza tempo da dedicare al cucciolo e poi al cane adulto e dopo al cane anziano? Siete disposti tutti? Siete disposti per dieci o quindici anni? Se la vostra risposta è sì, ricominciate da capo con questo esame di coscienza, e poi ancora e ancora.

Se la vostra risposta è ancora affermativa, allora contattatemi: forse per voi sta per iniziare una Grande Avventura!

Allevare